Torna il reintegro Ma su ammortizzatori e precarietà la riforma non va, e la mobilitazione continua
11-04-2012 12:39 - News Verie
La riconquista dello strumento del ´reintegro´ nel caso di licenziamenti economici insussistenti è un risultato positivo che ripristina un principio di civiltà giuridica. Ciò insieme alla velocizzazione dell´iter di giudizio, al permanere dell´onere della prova sull´impresa, al ruolo del sindacato nella conciliazione ricostituiscono il potere di deterrenza dell´art. 18 e scongiurano la pratica dei licenziamenti facili a indennizzo economico che Governo e Confindustria intendevano introdurre". E´ quanto afferma la Cgil in una nota diffusa dalla segreteria nazionale della confederazione. "Il Governo - prosegue il sindacato - aveva chiuso la consultazione con le parti sociali imponendo un testo che escludeva il reintegro per i licenziamenti economici. Ora è dovuto tornare indietro: si tratta di un importante risultato della Cgil, della mobilitazione unitaria dei lavoratori, del consenso che si è sviluppato nel Paese sul tema della dignità del lavoro, a cui hanno prestato ascolto le forze politiche progressiste più sensibili alle tematiche sociali". La Cgil esprime solo delle "prime valutazioni di ordine generale, rinviando le osservazioni specifiche a un futuro più compiuto esame dell´articolato in essere". Ma sottolinea comunque gli altri punti dolenti del ddl "pomposamente definito ´Riforma del Lavoro in una prospettiva di crescita´" ma che, secondo il sindacato, "contiene forse la Riforma ma non la prospettiva di crescita". "Sul tema della precarietà - osserva la Cgil - la distanza tra il testo presentato rispetto agli annunci propagandistici del Governo è evidente e rischia di arretrare i risultati ottenuti nel confronto con le organizzazioni sindacali". Sugli ammortizzatori, "l´articolazione dei fondi allontana l´idea di universalità, così come non c´è risposta inclusiva per i lavoratori discontinui". La Cgil dunque "conferma la necessità di una forte iniziativa", che proporrà anche a Cisl e Uil, con al centro: "Presidiare la discussione sul Ddl al fine di migliorarlo a partire da precarietà e ammortizzatori ridurre la pressione fiscale sul lavoro dipendente e i pensionati ottenere provvedimenti per la crescita economica e la creazione di posti di lavoro". Sulla base di queste priorità il prossimo Direttivo della Cgil definirà il calendario e le modalità della prosecuzione della mobilitazione.