04 Giugno 2023
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Si torni a parlare di salute e sicurezza sul lavoro

06-05-2014 11:45 - News Verie
Due giorni fa si è celebrata nel più triste silenzio dei media la Giornata mondiale per la sicurezza nei luoghi di lavoro e questo silenzio ci preoccupa molto, perché potrebbe essere la spia di un calo di attenzione verso un fenomeno che continua a provocare un numero impressionante di vittime e, nonostante i dati registrino una diminuzione, dovrebbe comunque tuttora destare un forte allarme sociale". Così il presidente dell´Anmil (l´associazione nazionale che da 70 anni si occupa della tutela delle vittime del lavoro e raccoglie 400.000 iscritti), Franco Bettoni, alla vigilia del Primo maggio. Secondo i primi dati dell´Inail, per il 2013 sono più di 650.000 gli incidenti che si verificano ogni anno sui luoghi di lavoro con circa 750 morti, mentre sono più di 50.000 i lavoratori che denunciano una malattia professionale con oltre 1.500 morti ogni anno. "A fronte di tali dati, certamente ufficiali - dice Bettoni - è comunque da sottolineare che le nostre rilevazioni sugli incidenti lavorativi con esiti mortali, aggiornati e pubblicati quotidianamente sul portale dell´Anmil, mostrano nel primo quadrimestre di quest´anno un sensibile aumento rispetto al medesimo periodo dell´anno precedente". "Riteniamo sia indispensabile - continua Bettoni - che tutti ricordino, in questa giornata, l´altra faccia del lavoro, quella legata agli effetti del mancato rispetto delle norme di prevenzione e che si ripercuoto sulla salute e sulla vita dei lavoratori. Eppure, a fronte di questi dati, le norme italiane in materia di sicurezza sul lavoro a distanza di quasi cinque anni dalla loro approvazione presentano ancora larghe carenze nella fase di attuazione, con trenta decreti ancora da emanare, e tra questi alcuni importanti, come quelli sulla patente a punti in edilizia o sui lavori in quota o nei ponteggi. Ancora una volta il nostro Paese evidenzia i difetti di sempre rispetto all´applicazione delle leggi in termini di rapidità, di effettività e di controlli, come a ribadire una scarsa sensibilità sul fronte del rispetto delle regole, una mancanza di cultura ´civica´, direi. Su questo, infatti, noi cerchiamo di lavorare molto parlando di cultura della sicurezza ai bambini e ragazzi delle scuole, quelli che saranno i cittadini ed i lavoratori di domani". "La diminuzione degli incidenti registrata in questi ultimi anni - prosegue il Presidente dell´Anmil - sulla quale incide sicuramente per due o tre punti annui la riduzione delle ore lavorate, così come incidono il lavoro nero e la tendenza, nei casi più lievi, a non presentare la denuncia di infortunio per evitare l´aumento del premio assicurativo per le aziende o per il timore di perdere il posto, rappresenta il risultato dell´impegno degli ultimi anni, grazie ai richiami del Capo dello Stato e al lavoro delle parti sociali. In pratica, una riduzione che dimostra concretamente che si può incidere positivamente e quindi non bisogna mollare, ma, anzi, insistere nelle azioni di contrasto agli infortuni sul lavoro e alle malattie professionali". "Per questo - conclude Bettoni -, abbiamo sollecitato il Governo e i ministri del Lavoro e della Salute a rimettere mano ai temi della sicurezza e alla tutela delle vittime del lavoro, nonché alle tematiche legate all´amianto (dal fondo per le vittime alla ricerca su cura e prevenzione, ambedue ferme dopo Balduzzi) e anche in materia di cura, riabilitazione e protesi, oltre all´aggiornamento delle tabelle delle malattie professionali".

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