MATERNITA´ E LAVORO: L´ITALIA TORNA INDIETRO
04-02-2015 12:20 - News Verie
Donne che perdono il posto a breve distanza dalla nascita dei figli: nel 2005 erano il 18%, nel 2012 il 22,4%. l 22,4% delle donne che al momento della gravidanza lavoravano a distanza di due anni dalla nascita del figlio non lavora più. Statistica scioccante quella diffusa dall´Istat nel volume ´Avere figli in Italia negli anni 2000´, che approfondisce le indagini campionarie svolte periodicamente. Questo indicatore nel 2012 supera di quattro punti percentuali quello del 2005 ed è in controtendenza rispetto alla diminuzione registrata tra l´edizione 2000 (20%) e il 2005 (18%). In sostanza l´Italia sta tornando indietro per quanto riguarda il diritto delle madri al lavoro. Esistono evidentemente delle forti differenze territoriali. Risiedere al Nord o al Centro comporta un minor rischio, mentre le madri del Sud risultano decisamente più svantaggiate, soprattutto se sono al primo figlio: il 33,9% circa due anni dopo la nascita del figlio non ha più un´occupazione, contro il 16,3% nel Nord-ovest. Più della metà ha dichiarato di non lavorare più perché si è licenziata o ha interrotto l´attività che svolgeva come autonoma (52,5%) quasi una su quattro ha subito il licenziamento, mentre per una su cinque si è concluso un contratto di lavoro o una consulenza il 3,6% dichiara di essere stata posta in mobilità. Emerge una situazione eterogenea in relazione al numero di figli sono prevalentemente le madri al secondo figlio quelle che lasciano il lavoro (55,5%) mentre sono prevalentemente le primipare quelle che hanno subito un licenziamento (25%) o che dichiarano che si è concluso il contratto a tempo determinato (23,3%). Le madri lavoratrici a chi affidano i figli? La maggior parte di madri di bambini piccoli si rivolge alla famiglia: il 51,4 per cento dei nati al di sotto dei due anni è accudito dai nonni mentre il 37,8 per cento frequenta un asilo nido la baby sitter viene scelta come modalità di affido prevalente solo nel 4,2 per cento dei casi.