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Camusso: il vero cambiamento è creare lavoro

22-04-2014 09:54 - News Verie
Ci hanno detto che la crisi del sindacato è dovuta alla presenza di tanti pensionati. Alcuni vedono lo Spi come un luogo in cui i pensionati difendono loro stessi e nulla più, ma questa è un´idea falsa che non ha nessuna presa". Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha aperto oggi (17 aprile) il suo intervento conclusivo al congresso nazionale dello Spi, dal titolo "La forza del nostro viaggio". Dietro questa insinuazione "c´è un´idea di fondo, prodotta dal neoliberismo: che i soggetti sociali come i pensionati non debbano avere diritti". "Contrapporre i pensionati al resto del paese - ha detto - è frutto di una straordinaria miopia che non vede la realtà: si ignora la lunga lotta per i diritti portata avanti nel corso degli anni. Per esempio, se non avessimo conquistato e difeso il servizio sanitario nazionale, non ci sarebbe stato l´aumento della vita media. E allora bisogna stare molto attenti a parlare di spending review in sanità". L´aumento dell´età media "non avviene per caso", dunque, ma in base alle politiche adottate. "Il primo problema di un paese che vuole ridurre la diseguaglianza è definire quali politiche sociali e di welfare, come queste incidono sulle persone". Tra i tanti temi sul tavolo, oggi, c´è il problema della non autosufficienza e il nodo dei migranti: "Affrontiamo le migrazioni e anche le emigrazioni, ovvero le tante persone che pensano di lasciare il nostro paese o l´hanno già fatto". Camusso ha poi parlato del congresso della Cgil. "Ci accusano di non ascoltare, ma in realtà abbiamo fatto un congresso che ha ascoltato molto. Abbiamo fatto tante assemblee che si sono messe in ascolto, da queste sono uscite due grandi questioni: lavoro e pensioni. Su queste, una grande organizzazione deve sapere quando subisce una sconfitta (la riforma Fornero delle pensioni, ndr), abbiamo il dovere politico di capire perché in quella stagione restammo isolati per costruire nuove occasioni in futuro". Una ragione è che "il conflitto generazionale faceva presa", il premier Monti e il ministro Fornero "hanno fatto passare questa idea che dobbiamo combattere". Al congresso nazionale, ha proseguito, "dobbiamo costruire una piattaforma delle pensioni e proporla a Cisl e Uil. Al primo punto della piattaforma deve esserci come costruire una pensione per i giovani, come possono fare per averla". E ancora: "Se i contratti nazionali rappresentano poco più del 50% dei lavoratori, allora la nostra crisi di rappresentanza nasce soprattutto da lì. Facciamo tra noi una discussione che consideri centrale il tema della contrattazione, perché il nostro punto di crisi è non essere riusciti a tradurre in tutti i lavoratori l´idea che siamo noi i soggetti della trasformazione e tutela della loro condizione". "Dobbiamo fare anche tra noi un´operazione verità", ha detto Camusso, "soprattutto sugli anni che abbiamo alle spalle: il fatto che molti lavoratori non hanno un contratto nazionale non è solo figlio delle leggi sulla precarietà, ma dell´esclusione dai tavoli negoziali e l´impossibilità di proporre una contrattazione inclusiva. E proprio sulla contrattazione dobbiamo confrontarci, per capire quali cambiamenti introdurre. Non costruiamo recinti in cui ognuno si sente proprietario delle proprie politiche e non si guarda intorno, un condominio e non casa comunque, guardiamo invece alla nostra Storia, a cosa ci ha insegnato per definire cosa fare in futuro". La contrattazione sociale "deve parlare a tutti, non solo ad alcune categorie". Poi un passaggio sulla concertazione. "Ha prodotto grandi risultati nel nostro paese, come l´accordo del ´93 sulla politica dei redditi. La concertazione non è sedere a un tavolo in una stanza chiusa, ma l´impegno a raggiungere accordo che porti un miglioramento per tutti". La crisi del sindacato "significa non conoscere bene il territorio, i lavoratori di una categoria che non conoscono gli altri. E così nascono e corporazioni. Occorre una stagione di mescolamento tra noi stessi, i lavoratori devono conoscersi a vicenda e vivere insieme le necessità di cambiamento". Un´emergenza si chiama precarietà: "Mette in discussione la vita delle persone. Se sei considerato un costo, se devi interrogarti sui tuoi titoli di studio, allora viene messa in discussione l´idea stessa di libertà: non quella libertà delle ´case della libertà´, che è stata usata nel nostro paese per costruire diseguaglianza e frammentazione. Per noi la libertà è il lavoro, perché permette di organizzarti e cambiare la società, è la possibilità di studiare, è partecipare alla vita democratica. Riappropriamoci della libertà e associamola alla parola eguaglianza". Sulla linea sindacale, ha osservato il segretario, "stabilire una data per la prossima mobilitazione non risolverà tutti i problemi. Il vero tema è come costruiamo un grande sistema di alleanza, guardando a Cisl e Uil ma non solo, bisogna costruire un grande movimento". Parlando del governo Renzi: "Gli ultimi esecutivi - in realtà - hanno avuto differenze, se c´è una restituzione fiscale al lavoro dipendente questa va apprezzata. Allo stesso modo va detto chiaramente che dagli sgravi mancano i pensionati. E bisogna capire dove sono i tagli". Susanna Camusso ha chiuso riflettendo sul significato del "cambiamento". "Noi abbiamo in mente tanti cambiamenti: cambiare le politiche di austerity, cambiare il mondo del lavoro, andare a scuola fino a 18 anni senza abbassare l´età. Ma attenzione: c´era una ministra (Fornero, ndr) che diceva che la sua riforma era un ´cambiamento´, oggi stiamo discutendo su come cambiare quella legge. Per questo al governo, che oggi si fa maestro del cambiamento, chiediamo: come vogliamo cambiare? Introdurre contratti a termine e cancellare l´apprendistato non è un cambiamento, il vero cambiamento è creare lavoro". Infine: "La nostra forza è la speranza e l´idea che siamo noi i soggetti del cambiamento, guardiamo avanti e immaginiamo che società vogliamo".

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