23 Settembre 2023
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SCIOPERO GENERALE settore Gas - Acqua

03-01-2011 09:42 - News Verie
50mila lavoratori del settore gas-acqua sono scesi lo scorso 3 dicembre in sciopero per l´intera giornata - e replicheranno il 14 gennaio prossimo - se non avranno garantito il rinnovo del contratto di lavoro. Che, come buona norma italiana presuppone, è scaduto ormai da undici mesi oltre ad essere oggetto di un negoziato lungo e defatigante, bloccatosi nelle ultime settimane. L´iniziativa di lotta è stata decisa dalla Filctem-Cgil che ha coinvolto Anci, Upi e Conferenza delle Regioni, titolari e regolatori delle attività in concessione della distribuzione dell´acqua e del gas. Come fa presente il sindacato nel suo comunicato stampa, "Il ´Pomo della discordia´ ravvisato da Filctem è racchiuso in almeno sette punti ancora da dirimere con i datori di lavoro, pubblici e privati: la "clausola sociale" a tutela dei dipendenti dei gestori uscenti nella distribuzione del gas, che Filctem chiede di assumere nel testo contrattuale e sulla quale si ravvisa un "atteggiamento dilatorio" del Governo il superamento del Fondo gas e la sua contestuale istituzione di un fondo complementare ("ma il risarcimento dell´1% della retribuzione per ogni anno di contribuzione non basta") del tutto insufficiente la proposta delle controparti sul salario (meno di 120 euro sui minimi, con montanti esigui di 2.000 e 2.300, rispettivamente per l´acqua e per il gas) in luogo dei 3.440 euro di montante economico complessivo nel triennio 2010-2012 proposti dal sindacato (circa 126 euro di aumento sui minimi, n.d.r.) nessuna novità sull´aumento del contributo aziendale per i fondi integrativi complementari sia pensionistico che sanitario sulla reperibilità, le classificazioni delle professionalità e sulla trasformazione dei contratti a tempo determinato e a "somministrazione" in quelli a tempo indeterminato. Secondo Gabriele Valeri, segretario nazionale Filctem-Cgil, "L´atteggiamento delle imprese pubbliche risulta tanto più ingiustificato se paragonato al fatto che tutti gli altri settori similari (elettrico, energia e petrolio) hanno già rinnovato positivamente i contratti di lavoro così come altrettanto incomprensibile è la posizione delle imprese private che operano in regime di concessione e che, in particolare nel settore gas, godono della stabilità dovuta al terzo periodo di regolazione tariffaria in atto, che garantisce ampi margini di profitto". E, come se non bastasse, c´è un ulteriore punto che il sindacato proprio non digerisce: "Che le controparti puntino a un rinnovo dei minimi salariali più bassi rispetto a ogni altro settore, differenziati tra gas e acqua, escludendo addirittura il 2010 dal recupero salariale".

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